26/03/20 - Gentili: “Ritornare a Bari da avversario l’anno della ‘Meravigliosa stagione fallimentare’ è stata un’emozione unica”

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26/03/20 - Gentili: “Ritornare a Bari da avversario l’anno della ‘Meravigliosa stagione fallimentare’ è stata un’emozione unica”

Messaggioda Lo Strillone » 26/03/2020, 15:18

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“Ricordo ancora come se fosse ieri, l’’8 giugno 2014, un caldo pazzesco, ed oltre 50mila spettatori, uno stadio in cui ci avevo giocato, invece ero lì da avversario, seppure da allenatore dei portieri. Noi segnammo al novantesimo con il classico gol dell’ex ed al ritorno gli episodi ci arrisero a nostro favore. Cose che, invece, non successe contro il Cesena, ma questo è il calcio. Bari ha significato tanto ed è stato bello tornarci anche da avversario, perché porterò sempre Bari ed i baresi nel cuore” un passaggio cruciale dell’intervista realizzata a Luca Gentili, ex portiere biancorosso ma in quel periodo è stato preparatore dei portieri del Latina. Ha iniziato da portiere sin da ragazzino nella squadra della propria città, Settempeda, per poi passare a quasi 14 anni giù nel vivaio biancorosso e fare tutta la trafila, conoscendo i vari Mannini, Biato, Pino Alberga e poi diventare parte della prima squadra dal 1991 al 1993 e ritornarci nel 1996-1997 e nel 1997-98, alternandosi con Giovanni Indiveri nel ruolo di secondo. L’ex portiere ha vinto due campionati da protagonista e da titolare con la maglia del Catanzaro dalla C2 alla C1 e del Taranto dalla C2 alla C1, ma ha vestito anche le maglie del Fasano, Barletta, Acireale, Palazzolo ed a Maceratese ha concluso la carriera, dove vi è tornato qualche anno dopo, da preparatore dei portieri con lo staff di Cristian Bucchi, di cui ne fa parte.

Attualmente sei a casa nel marchigiano, come stai vivendo questa situazione e qual è il tuo punto di vista. Soprattutto nel mondo del Calcio ci si doveva fermare prima ed invece si è aspettato l’8 marzo.

“E’ una situazione di drammaticità, stare a casa e non poter far nulla per aiutare, se non quello di attenersi ai decreti. I veri eroi sono in prima linea, medici infermieri, forze dell’ordine i media che ci informano e rischiano e tutti coloro che insieme ai militari, sono lì e rischiano la propria vita, molti anche sono già caduti vittime. A loro rivolgo il mio messaggio di vicinanza. Il calcio certamente andava fermato prima, non so quando riprenderà sinceramente. Permettimi, di fare i complimenti al vostro sindaco Antonio Decaro che l’ho visto in qualche video, e sta usando il pugno duro contro chi non rispetta, non è semplice per un Primo Cittadino, non è neanche un caso che è stato riconfermato a presidente dell’ANCI. Ripartiamo, insieme ed uniti”.

La tua trafila nel Bari, il tuo debutto ufficiale e portiere più forte con il quale hai giocato o ritieni che si sia distinto più degli altri nella storia biancorossa. Inoltre, due giorni fa, il tuo ex compagno Giovanni Indiveri ha raccontato del suo ‘malcontento’ in quella apparizione-staffetta con te a fine campionato, in Bari-Napoli, vogliamo sapere anche il tuo punto di vista.

“A Settempeda ho mosso i miei primi passi da portiere ma fui comprato subito dal Bari ed andai subito in ritiro già a 17 anni, come terzo di Mannini, salvo poi ritornare in Primavera dove ho disputato tre campionati. Sono stato a Bari anche nel 90/91’ e la stagione successiva, ero parte ancora della Primavera, ma mi allenavo con la Prima Squadra e collezionai qualche convocazione. Ho esordito l’8 giugno 1993, in Bari-Cremonese 1-2, Tovalieri ci portò in vantaggio poi un gran gol di Florjancic ed un’autorete di Jarni e perdemmo. C’è stata una parentesi importante a Fasano, mentre l’anno dopo a Barletta ho patito un infortunio, prima di rientrare dai prestiti ed andare a fare il secondo di Alberto Fontana. Il mio preferito, penso sia stato lui uno dei più forti ed ottimi portieri che il Bari abbia avuto. Riflessi, scatto, senso della posizione, impeccabile anche nelle uscite, non era altissimo ma la sua forza esplosiva gli permetteva di volare da una parte all’altra. Da secondo di Jimmy Alberto Fonata in una stagione assurda, nonostante avessimo una squadra davvero competitiva in cui disputammo diverse imprese, contro Inter e Milan, giocai in un Bari-Udinese e finì 4-2, noi vincemmo grazie alla doppietta dello svedese Andersonn e due gol di parente, loro segnarono con Marino e Bierhoff, ma a pochi minuti dal termine su assist di marino al tedesco Bierhoff in tap-in di testa da distanza ravvicinata, gli negai la gioia del gol. Nelle ultime due partite affrontammo prima l’Inter che si vendicò del 4-1 dell’andata e poi la Juve dove il pareggio non bastò per salvarci. L’anno seguente, Fascetti volle che sia io che Gianni Indiveri, ci giocassimo la maglia da secondo. Fu una stagione, concordo con lui un po’ così, perché andavamo in panchina alternandoci ed anche all’ultima di campionato, ci fece giocare contro il Napoli, un tempo a testa. Fortuna che con Indiveri c’era un ottimo rapporto ed il gruppo era coeso, però alla fine di quella stagione andai via per trovare maggiore spazio ed andai in Sicilia, all’Acireale dove giocai con continuità”.

Lontano da Bari hai trovato continuità e ti sei distinto, su tutte le tue esperienze ti cito un grande mister Piero Braglia con il quale Catanzaro hai scritto una bella impresa, forse la più importante della tua carriera, seguita dalla vittoria del campionato con il Taranto nel 2005-2006, prima di chiudere la carriera nella Maceratese. Raccontaci anche quale è stata la parata più importante.

“Senza nulla togliere altre esperienze da calciatore a Catanzaro è stata quella dove mi sono sentito protagonista e portiere titolare. Li ho vissuto quattro stagioni intense, la più bella quella della promozione, sotto la guida tecnica di mister Piero Braglia, un grande uomo di calcio che ha lanciato tanti giocatori, subì qualcosa come ventotto gol in 33 gare. Eravamo una squadra coriacea e che metteva sempre il cuore. Io ricordo fui decisivo anche agli spareggi contro la Nocerina quando effettuai una parata su Massimo Campo, io di istinto riuscì a togliere la palla dalla rete. Festeggiai come se avessi realizzato un gol. Anche l’annata a Taranto, altra piazza calda dalla C2alla C1disputai diverse partite, e conservo un ottimo ricordo. Ho concluso la stagione con la Maceratese, perché mi ero avvicinato a casa, ma stavo già studiando per diventare preparatore dei portieri, con lo stesso club, lo sono diventato qualche anno dopo”.

Da preparatore dei portieri prima di entrare a far parte dello staff di Cristian Bucchi sei stato anche alla Nocerina e al Latina. Nel periodo con il Latina c’è una data che i baresi ricordano ancora con amarezza, 8 giugno 2014, semifinale dei playoff. Raccontaci quella giornata e come l’hai vissuta?

“Ringrazio la Nocerina per quella possibilità avuta ad inizio carriera da preparatore dei portieri e dopodiché sono approdato a Latina. L’8 giugno 2014, lo ricordo benissimo come se fosse ieri, come dimenticare l’atmosfera magica e da bolgia degli oltre 50mila che caricavano la squadra. In quello stadio dove avevo giocato con grandissimi campioni, seppur non da protagonista ho avuto la fortuna ed abilità di far parte del Bari degli anni Novanta, ritornarci anche se da avversario, è stata una bella sfida da vivere. Fu una partita altalenante che il Bari rimontò anche con merito, poi noi al novantesimo con il classico gol dell’ex, pareggiammo e mettemmo una seria ipoteca sul passaggio del turno. A ritorno sicuramente degli episodi, ma il calcio è fatto di episodi oggi a favore domani contro. Ed infatti, passammo il turno tra tante proteste di una partita molto calda e combattuta che terminò pari, ma noi avemmo la meglio in virtù del piazzamento migliore, e poi andammo a perdere contro un Cesena, nonostante dominammo e ci furono episodi dubbi. Con noi c’era un grande Laribi che segnò anche il gol del momentaneo 2-1 contro il Bari ed il due a due, non cambiò la situazione perché avrebbero dovuto fare il terzo, ripeto due grandi partite”.

Dopo quella esperienza sei entrato a far parte dello staff di Cristian Bucchi. Che tipo di allenatore è, e raccontaci anche di Karim Laribi che ti sei ritrovato nell’ultima esperienza in panchina quest’anno ad Empoli. Il calcio oramai è così malato che non dà il tempo di iniziare un progetto che si pretende tutto e subito, sei d’accordo.

“Il nostro staff è composto dal sottoscritto come preparatore dei portieri, da Iuri Bartoli preparatore atletico, Mirko Savini, allenatore in seconda, mister Cristian Bucchi, Carlo Pescosolido, altro preparatore atletico ed infine, Ivan Tisci collaboratore tecnico. Su Karim Laribi, lo dico in due parole, grande professionista, qualità e serietà a disposizione della squadra non posso che parlare bene, uno stimolo in più anche per i miei portieri ad essere molto attenti sulle sue punizioni. Sicuramente per il Bari è un valore aggiunto e se ha scelto Bari, perché dietro c’è un grande progetto, oltre all’abilità del Direttore Sportivo. Quanto al nostro staff, sono contento di farne parte. Bucchi, è un giovane allenatore che predilige un bel calcio ed a Perugia, abbiamo fatto bene. Quest’anno eravamo partiti bene, poi alla prima difficoltà siamo stati sollevati, non facciamo polemiche, ci rimbocchiamo le maniche e si guada al futuro, non appena si potrà tornare alla regolare vita. Con il Sassuolo abbiamo fatto anche la serie A, loro venivano da stagioni esaltanti, lì per una serie di motivazioni concatenate, le cose non sono andate per il verso giusto, ma ripeto, tutto serve per fare esperienza e diventare più forti”

Un’ultima battuta sul Bari di mister Vivarini, secondo in classifica in attesa come tutti, di voler ripartire e concludere il campionato nel migliore dei modi. Dicci la tua e se vuoi lanciare un messaggio per i tuoi vecchi tifosi biancorossi.

“Seguo il Bari da lontano non conosco tutte le dinamiche, però posso dire che Vivarini è un ottimo allenatore e sta facendo molto bene e sono sicuro che se ci dovesse essere ripresa potranno superare tutti gli ostacoli, playoff annessi. I playoff sono certamente una lotteria, ma la piazza di Bari auguro il meglio e di ritornare nei migliori palcoscenici e di fare anche meglio di quel Bari con tanti campioni. Bari merita il massimo per storia e tifoseria, da voi mi sento a casa, sempre forza Bari”.

Marco Iusco
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Re: 26/03/20 - Gentili: “Ritornare a Bari da avversario l’anno della ‘Meravigliosa stagione fallimentare’ è stata un’emozione unica”

Messaggioda guerrierobiancorosso » 26/03/2020, 15:23

Di lui non mi ricordo francamente,belle le sue parole di stima per Laribi.
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