07/07/20 -Onofrio Loseto:“Resta il grande rimpianto di non aver giocato in ‘A’ con il Bari”

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07/07/20 -Onofrio Loseto:“Resta il grande rimpianto di non aver giocato in ‘A’ con il Bari”

Messaggioda Lo Strillone » 07/07/2020, 13:43

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Una vita da calciatore, senza mai tirarsi indietro quando c’era da battagliare, regista davanti alla difesa, con Enrico Catuzzi, il quale è stato il suo mentore, mentre Giovanni Galeone nel 1987 al grande e compianto giornalista e scrittore, Gianni Mura, lo aveva definito, ‘Una favola di provincia’, stiamo parlando dell’ex centrocampista del Bari, Onofrio Loseto, fratello di Pasquale detto ‘Ualino’ e Giovanni Loseto. Onofrio Loseto ha vestito le maglie del Bari per cinque campionati di fila, dal 1980 al 1985, per tre stagioni, di cui due memorabili con quella del Pescara, ma è passato anche dalla Cremonese, conquistando un’altra promozione dai cadetti alla massima serie, ed in Calabria con il Catanzaro, archiviando la carriera da calciatore ad Empoli. Invece, ad inizio carriera, da giovanissimo il suo Bari lo ha girato per un brevissimo prestito prima a Matera ed un anno dopo a Squinzano. Ai nostri microfoni ha raccontato della sua carriera, delle sue soddisfazioni e rimpianti.

Raccontaci del tuo percorso nel Bari dalle giovanili all’esordio il 21 giugno 1981 all’annata successiva dove sfioraste l’impresa con il Bari dei baresi?

“Con il Bari ero sin dai pulcini. Fui girato giovanissimo in prestito per un brevissimo periodo al Matera dove disputai una partita di Coppa e rientrai al Bari, nel 78/79, anno in cui il Bari, ebbe Santececca, Corsini ed infine, Catuzzi. Nella stagione seguente andai in C2 a Squinzano dove feci anche un gol e poi mi volle fortemente mister Catuzzi, una sorta di mio mentore, colui che mi volle in prima squadra e fatto giocare in uno dei Bari più belli della storia. Quell’anno meritavamo la promozione, ma qualcosa andò storto ma non certo per colpa nostra che sul campo avremmo meritato ben altra sorta. Al di là del verdetto del campo, abbiamo scritto una pagina di storia. Disputai ventidue presenze, a partire dalla quattordicesima giornata gara che vincemmo 5-0 contro la Cavese, demolita dai gol di Frappampina, da una doppietta di Iorio, Bagnato e Bresciani, di lì in poi le giocai tutte, saltando solo tre partite ed in una di queste subentrai dalla panchina, nello specifico nella partita contro la Cremonese”.

In biancorosso sei rimasto altre tre stagioni, retrocedendo in B e poi conquistando due campionati di fila con Bruno Bolchi. Nutri rimpianti di non aver avuto la possibilità di giocare in ‘A’ con il Bari?

“L’annata successiva a quella del Bari dei baresi, fu disastrosa sbagliammo diversi rigori, uno si prese la responsabilità anche mio fratello Giovanni, nessuno voleva andare lui da bandiera e giocatore sempre con attributi quale è stato, andò e sbagliò pure lui. Quell’anno feci un gol al Perugia, ma servì a ben poco. L’anno successivo, venne Bolchi e fui declassato in seguito ad un battibecco, preferendomi Guastella. Segnai anche un gol pesante al ‘Pino Zaccheria’ che valse la vittoria e la presenza a sorpresa allo stadio del mio compianto papà, a vedere me e Gianni. Ma nonostante ero considerato un fulcro della squadra, il signor Bolchi e l’allora diesse Franco Ianich, mi fecero fuori senza un particolare motivo. In serie B, giocai appena diciassette volte e non fui trattato bene. Non ho problemi a dirlo, anzi, vorrei che si sapesse. Mi hanno tolto la gioia di giocare in ‘A’ con la squadra della mia città, e me ne sono andato al Pescara, dove sono stato accolto a braccia aperte dal primo giorno e tutt’oggi mi reputano una bandiera e ci andrò a breve per una manifestazione dei giocatori che hanno scritto la storia della società abruzzese”.

Hai menzionato Gianni Loseto, tuo fratello, come è stato giocare con lui ed un pensiero anche su Giorgio De Trizio, un altro capitano glorioso dei biancorossi?

“Tocchi un tasto dolente, perché voglio tantissimo bene a Giovanni e vi posso svelare che tante volte da calciatore ha giocato con infortuni, ma scendeva in campo ed era anche uno dei migliori. Ha rifiutato grandi club per rimanere nella sua Bari. E’ sempre stato innamorato e ne resta tuttora e lo sarà sempre! Però, consentimi, di affermare che sono deluso dalla società attuale che non l’ha tenuto minimamente in considerazione e vi spiego il motivo: lui insieme a Giorgio De Trizio, altro mio amico fraterno, hanno rappresentato il Bari e sfoggiato talenti mentre allenavano le giovanili, e vederli fuori dagli organigrammi societari mi rattrista enormemente. Ci sarebbe anche un altro capitano dimenticato in città, il grande Totò Lopez, anche lui dopo la cavalcata trionfale per due stagioni, non venne confermato da Bolchi e nonostante abbia una profonda cultura calcistica ed ha fatto parte anche della Lazio da dirigente, anche lui non è preso in considerazione. Alla mia delusione aggiungo anche quella del sindaco Antonio Decaro che ogni volta che ci incontra per le vie del ccentro, saluta Gianni affettuosamente dicendo, ‘La bandiera, ecc.’ salvo poi quando lo vedo rilasciare interviste parla sempre di giocatori forestieri ma dei baresi nulla, a voi una riflessione, io la mia idea me la sono fatta! Sono molto deluso, almeno questo è il mio pensiero in sincerità, nel rispetto di tutti. A Bari bisognava ripartire dalle bandiere”.

A Pescara da calciatore hai vissuto gli anni più belli: hai ritrovato tanti baresi, ci si ricorda della tua amicizia stretta con Bosco e Bellingheri, e sei diventato un idolo della tifoseria abruzzese, conquistando con Galeone una promozione nei cadetti ed una salvezza nel massimo campionato, affrontando avversari del calibro di Maradona, Gullit, Maldini. Il tuo ricordo complessivo

“Non me ne volessero a Bari, Pescara è la mia seconda casa. Mi portò Enrico Catuzzi, con il quale però retrocedemmo e venimmo ripescati. Alla prima stagione ritrovai, Turi, Carrera, Ronzani, Acerbis, Gigi De Rosa, De Martino ed in campo c’era già un promettente e talentuoso Gasperini, già da allora allenatore in campo ed oggi a bergamo sta facendo cose straordinarie. Successivamente ho ritrovato il mio amico Giorgio De Trizio, Terracenere, ma tanti baresi hanno giocato in quel periodo a Pescara, compreso mio fratello Giovanni. Nel secondo anno in terra abruzzese conquistammo la promozione e misi anche la mia firma ad un gol pesantissimo contro il Genoa, il primo lo aveva segnato Gasperini ed io a meno di venti minuti dalla fine, segnai il gol vittoria sotto la curva nord con trentamila tifosi a festa. In ‘A’ esordì alla prima contro l’Inter di Trap, e ricordo un partitone del brasiliano Junior, mentre le reti di quella partita furono tutte per noi, con Galvani ed un grandissimo Biaz Sliskovic. Ricordo alcuni aneddoti: perdemmo 6-0 col Napoli, l’arbitro fu il barese Romeo Paparesta, mentre nel girone di ritorno ci togliemmo la soddisfazione di fermare la Juventus di Tacconi, di salvarci dopo una rincorsa pazzesca sino all’ultima giornata e di scrivere una pagina di storia, dove tutt’oggi siamo ricordati dalla tifoseria ed il sottoscritto era ed è ‘il prof’. Mi sento ancora con Berlingheri, al quale gli insegnai il dialetto barese e con Roberto Bosco. A Galeone, alla città di Pescara e tifosi pescaresi, non posso che ringraziare e portarli nel cuore”.

Marco Iusco
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Re: 07/07/20 -Onofrio Loseto:“Resta il grande rimpianto di non aver giocato in ‘A’ con il Bari”

Messaggioda guerrierobiancorosso » 07/07/2020, 13:49

Davvero un grande peccato per lui lo avrebbe meritato.
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