09/05/23 - Nitti: Bari e il Bari non possono essere una succursale di nessuno

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09/05/23 - Nitti: Bari e il Bari non possono essere una succursale di nessuno

Messaggioda Lo Strillone » 09/05/2023, 17:53

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di Fabrizio Nitti



Un risultato straordinario già acquisito, un futuro ancor più splendente da conquistare. Al Bari manca soltanto qualche dettaglio per chiudere la stagione regolare sul podio della serie B. E se da un lato la promozione diretta è sfumata, dall’altro nemmeno il più assiduo tra gli ottimisti avrebbe potuto pronosticare il terzo posto. Né possono essere alcune sfumature a scalfire il percorso di un gruppo spintosi sovente oltre le sue reali possibilità. Un gruppo fondato, è bene non dimenticarlo, soprattutto su quei giocatori che hanno conquistato l’anno scorso la serie cadetta. E, ovviamente, su Mignani e Polito.

Un cammino certo non frutto del caso, ma costruito con etica professionale, impegno allo spasimo, cura del minimo dettaglio. Aspetti che la città non dovrà mai dimenticare. Sarebbe il più imperdonabile degli errori crogiolarsi in ciò che non è arrivato subito pregiudicando un sogno che, invece, resta ampiamente a portata di mano. Il pari di Modena non può e non deve far strocere il muso, al di là di come è arrivato. Anche se è vero che, in questo momento, il Bari non è quello di qualche tempo fa. Magari sta ricaricando le batterie.

Ma non c’è da dubitare di una tifoseria che mai ha fatto mancare il suo sostegno e di certo adesso si preparerà a regalare massimo supporto. Una tifoseria che tanto ha dato, e continuerà a dare, al club biancorosso. Ecco perché, in un tale clima, suona come una nota stonata la sciarpa azzurra indossata dal presidente Luigi De Laurentiis. Un gesto che ha scatenato una tempesta social nella notte fra domenica e lunedì. Per carità, a Bari abbiamo vissuto problemi di ben altra importanza. Siamo passati da un fallimento all’altro, da una penalizzazione all’altra. È comprensibile la partecipazione di «Ldl» alla festa scudetto del Napoli che rappresenta il trionfo della sua famiglia e, inutile nasconderlo, il club al quale sono rivolte le maggiori attenzioni. A volte, però, proprio l’attenzione al dettaglio può scavare una differenza profonda. È mancata, insomma, quell’attenzione maniacale che, invece, ha costituito il valore aggiunto di un’annata comunque indimenticabile. A maggio inoltrato, è inevitabile che Bari si interroghi su futuro, programmi e prospettive, in un contesto societario in inevitabile evoluzione: proprio Aurelio De Laurentiis ha più volte ricordato che in caso di promozione sarà il club biancorosso ad essere venduto. E in caso, malaugurato di Serie B? La città del pallone forse vorrebbe sapere che cosa serba nel cuore il suo presidente, non vederlo soltanto con i colori di un’altra realtà, peraltro storica rivale.

Non è, tuttavia, il caso di aprire processi. Il presente mette sul piatto un mondo da conquistare. La A è lì, dipende in fondo dal Bari. Ma anche l’esigenza di fare chiarezza sul futuro. Bari e il Bari non possono essere una succursale di nessuno. Forse, con qualche parola e rassicurazione in più, di qualsiasi tipo, anche la «sciarpa della discordia» avrebbe fatto meno rumore.

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