Per l'ennesima volta nel corso di questi ultimi anni abbiamo ascoltato qualcuno della società puntare il dito contro la troppa passionalità della piazza barese nel momento in cui i risultati faticano ad arrivare.
Ovviamente se queste affermazioni siano o meno corrette ognuno la pensa a suo modo, però un'occhiata ai dati statistici può aiutare a farsi un'idea sull'argomento: prendiamo questa stagione ed il rendimento in casa: nelle prime 9 gare interne abbiamo vinto 8 volte di cui ben 7 di fila, poi qualcosa si è rotto e nelle successive 9 gare abbiamo vinto solo 2 volte, perso 2 volte e pareggiato 5 gare. Questo può significare che effettivamente i calciatori che inizialmente entravano sul terreno del San Nicola spensierati e sicuri del sostegno del pubblico, pian piano hanno iniziato a perdere tranquillità in quanto hanno capito che gli applausi ed il sostegno non sono scontati ma vanno conquistati con prestazioni convincenti. Sembra quasi che da dodicesimo in campo il pubblico diventi il dodicesimo uomo per gli avversari.
Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione in cui facciamo fatica in casa e magari ci esprimiamo meglio in trasferta, basti ricordare un paio di anni fa quanti punti abbiamo fatto lontano dal San Nicola.
Dando per vera questa teoria della pressione, quali dovrebbero essere i rimedi? Mi rifiuto categoricamente di pensare che debba cambiare l'atteggiamento della piazza, cosa impossibile e tutto sommato insensata, visto che in realtà ben più "movimentate" di Bari i risultati in un modo o nell'altro arrivano, allora vuol dire che manca qualche figura che lavori sulle menti dei calciatori. L'allenatore? Forse, ma non tutti gli allenatori sono anche grandi motivatori e probabilmente Grosso al momento non lo è, ma gli va dato il grande merito di riuscire a tenere unito uno spogliatoio di 30 titolari, cosa che in passato è riuscito a ben pochi allenatori a Bari.
Una figura che va di moda è quella del mental coach che personalmente ho sempre visto come una figura non molto adatta al calcio italiano (magari mi sbaglio), perché chi deve tenere tutti in riga deve far parte della società, quindi il DS o qualcuno dei suoi uomini. Evito di puntare il dito contro qualcuno in particolare, non sapendo cosa accade nello spogliatoio, ma do il classico spunto di riflessione su uno degli argomenti più ricorrenti dalle nostre parti